Perchè La Regina Di Bridgerton È Nera?

Perchè La Regina Di Bridgerton È Nera?

La Regina di Bridgerton è davvero nera? Svelato il mistero di un casting storico

La serie Bridgerton, prodotta da Shonda Rhimes per Netflix, ha conquistato il pubblico con la sua ambientazione Regency rivisitata in chiave moderna e con un cast multietnico. Una scelta che ha fatto discutere soprattutto per quanto riguarda la Regina Charlotte, interpretata dall'attrice Golda Rosheuvel. Ma la Regina Charlotte era davvero nera?

La vera Regina Charlotte: chi era e cosa sappiamo di lei

Regina di Gran Bretagna e Irlanda dal 1761 al 1818, consorte di Re Giorgio III, Charlotte di Meclemburgo-Strelitz è una figura storica affascinante e controversa. Sposata giovanissima a Giorgio, all'età di 17 anni, ebbe con lui 15 figli, segnando un'epoca turbolenta per la monarchia britannica.

Purtroppo, gli archivi ufficiali della famiglia reale non forniscono informazioni certe sulle sue ascendenze prima del matrimonio. Tuttavia, negli ultimi decenni, alcuni storici hanno avanzato interessanti teorie sulle sue origini, ipotizzando una discendenza che potrebbe spiegare la scelta del casting in Bridgerton.

Le teorie sulle origini africane della Regina Charlotte

La teoria più accreditata sulle origini africane della Regina Charlotte si deve allo storico Mario de Valdés y Cocom. Secondo lo studioso, Charlotte potrebbe discendere da un ramo della famiglia reale portoghese con tratti somatici scuri. Nello specifico, discendenza diretta da Margarita de Castro y Sousa, vissuta nel XV secolo e a sua volta discendente da re Alfonso III del Portogallo e dalla sua amante Madragana, presunta donna africana.

Questa teoria si basa su alcuni elementi:

  • La presenza di ritratti dell'epoca che, sebbene con i limiti della pittura ufficiale, mostrerebbero lineamenti della Regina Charlotte non perfettamente allineati ai canoni estetici europei del tempo.
  • Alcuni biografi sottolineano come caricature e pamphlet politici dell'epoca spesso raffigurassero la Regina con tratti esagerati e grotteschi, che potrebbero essere interpretati come allusioni alle sue presunte origini.
  • L'ipotesi che all'epoca fosse prassi per i pittori di corte "correggere" i lineamenti dei soggetti per uniformarli agli standard estetici dominanti.

È importante sottolineare che si tratta di teorie suggestive, ma prive di prove definitive. Tuttavia, aprono uno scenario interessante sulla possibilità che la storia ufficiale abbia volutamente oscurato le reali origini della Regina.

Il casting di Golda Rosheuvel in Bridgerton: significato e rottura con gli schemi

Shonda Rhimes, creatrice di Bridgerton, ha deciso di discostarsi dalla rappresentazione storicamente accettata della Regina Charlotte, scegliendo l'attrice britannica di origini ghanesi Golda Rosheuvel per interpretarla. Una scelta forte e volutamente anacronistica che ha diviso il pubblico e la critica.

C'è chi ha storto il naso di fronte a questa "licenza artistica", accusando la serie di stravolgere la storia. Altri, invece, hanno applaudito a una scelta coraggiosa e inclusiva che permette di rileggere il passato in chiave contemporanea.

Vediamo quali sono le motivazioni che possono aver spinto Shonda Rhimes a questa scelta:

  • Inclusione e diversità: Bridgerton è una serie che fin dal principio si è caratterizzata per un cast multietnico, con attori e attrici provenienti da diverse etnie. La scelta di una Regina Charlotte nera si inserisce in questo filone narrativo, dando vita a una società Regency che riflette in modo più accurato la mescolanza culturale presente anche all'epoca.
  • Sfidare le convenzioni: Bridgerton è una serie che gioca con le convenzioni del genere Regency, mescolandole con elementi moderni e progressisti. La scelta di una Regina Charlotte nera rappresenta una sfida alle narrazioni tradizionali e un invito a riconsiderare il passato con uno sguardo più inclusivo e critico.
  • Riflettere le discussioni odierne: Il casting di Golda Rosheuvel ha acceso un acceso dibattito sulla rappresentazione della razza e sulla diversità nel cinema e nelle serie tv. Questo dibattito è fondamentale per far avanzare il discorso pubblico su questi temi e per promuovere una società più inclusiva e rispettosa delle differenze.
Polemiche e dibattito sulla rappresentazione storica:

La scelta di Shonda Rhimes ha sollevato anche alcune critiche. Gli storici più tradizionalisti hanno accusato la serie di "revisionismo storico", sostenendo che non vi siano prove sufficienti a supportare le origini africane della Regina Charlotte. Altri hanno criticato la scelta di un'attrice nera per interpretare un personaggio storico bianco, definendola una forma di "appropriazione culturale".

È importante sottolineare che la rappresentazione storica è sempre un processo complesso e aperto a interpretazioni. La scelta di Bridgerton può essere vista come un modo per rileggere il passato in chiave contemporanea, ponendo l'accento su aspetti che la storiografia tradizionale ha spesso trascurato.

L'importanza dell'inclusività e della diversità nel cinema e nelle serie tv:

La scelta di Shonda Rhimes di far interpretare la Regina Charlotte a un'attrice nera è un segnale importante dell'impegno di Hollywood e delle piattaforme streaming verso una maggiore inclusività e diversità. È importante che il cinema e le serie tv riflettano la varietà del mondo reale e che diano spazio a storie e personaggi che rappresentino la molteplicità delle esperienze umane.

Bridgerton, con il suo cast multietnico e le sue storie progressiste, rappresenta un passo importante in questa direzione. La serie ha dimostrato che è possibile realizzare prodotti di intrattenimento di alta qualità che siano anche inclusivi e rispettosi delle differenze.

La scelta di Golda Rosheuvel per il ruolo della Regina Charlotte in Bridgerton è una scelta coraggiosa e innovativa che ha acceso un importante dibattito sulla rappresentazione della razza e sulla diversità nel cinema e nelle serie tv. Indipendentemente dalle diverse interpretazioni, questa scelta rappresenta un passo avanti verso un futuro in cui il cinema e le serie tv siano più inclusivi e rappresentativi della molteplicità delle esperienze umane.
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